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Nuove regole per l’accreditamento dei certificatori di sostenibilità ambientale in Puglia.

Dopo due anni di stallo, la Regione Puglia riparte con le procedure di accreditamento dei certificatori ambientali, siglando un protocollo d’intesa con gli Ordini professionali (Ingegneri, architetti, geometri, periti e agronomi) superando il contenzioso aperto dagli Ordini degli Ingegneri della provincia di Bari, Taranto, Lecce e Foggia con un ricorso al Tar del 13.febbraio 2010.

Nel protocollo si trovano delle importanti novità sia sui requisti di accreditamento professionali sia sui contenuti dei corsi di formazione. Ma vediamo nello specifico.

Innanzitutto vengono divisi i compiti fra Regione ed Ordini.
La Regione si impegna a regolamentare la struttura dei corsi che sarà così articolata:

1. CORSO QUALIFICANTE da 20 ore (in 3 moduli)

2. CORSO  BASE da 60 ore (in 6 moduli)

Gli ordini professionali devono istituire delle commissioni interne per valutare i curricula dei professionisti candidati per l’accreditamento.

Saranno oggetto di valutazione:
1. Titoli  formativi: esami universitari, master, dottorati, corsi di specializzazione aventi per oggetto le tematiche dei corsi
2. Titoli professionali: esperienze di progettazione o consulenza almeno biennale presso aziende, esperienza di progettazione di almeno tre edifici che abbiano conseguito la certificazione ambientale, esperienza di ricerca o insegnamento nelle tematiche oggetto dei corsi.

Le commissioni valuteranno i curriculum e decideranno se i professionisti avranno bisogno di integrare o meno le loro competenze. Nel caso in cui il professionista sia ritenuto idoneo, avrà accesso all’albo senza dover sostenere alcun esame. In caso contrario la commissione indicherà quali moduli del corso base e qualificante dovranno essere frequentati e solo su questi verterà l’esame finale.

Il protocollo stabilisce anche che la commissione esaminatrice dovrà essere composta da un docente del corso, un funzionario della regione e dal presidente dell’ordine o da un suo delegato.

Adesso non resta altro che aspettare che passino i 120 giorni stabiliti dal protocollo e che la Regione pubblichi il nuovo regolamento.

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